giovedì 3 maggio 2012

Musulmanitá europea: il fallimento del multikulti

La nuova bandiera della Germachia, dopo la balcanizzazione del Reich
Consiglio parassita nr.77: quando hai un amichevole colloquio con un potenziale islamico, finisci il tuo racconto con un bel "inshalla"...vedrai che gli fará piacere e guadagnerai punti rispetto

Alla fine della seconda guerra mondiale, la Germania era messa maluccio: le grandi cittá erano state rase al suolo dai bombardamenti alleati, l´industria demolita, i soldati della Wermacht rinchiusi. Le donne hanno dovuto per prime ricostruire gli edifici, per questo é nato il nome di Ruinenfrauen, "le donne delle rovine", che smantellavano le case bombardate e le macerie, ricostruivano gli edifici ed in generale rimettevano in ordine materialmente la Germania. Negli anni cinquanta di uomini in Germania ce n´erano sempre pochini e gli ex-soldati non avevano ancora avuto il tempo d´imparare un mestiere diverso da quello del soldato, allorché ai vertici della politica venne in mente un idea: e se prendessimo a prestito uomini da altre nazioni?
Era rinato il termine del "Gastarbeiter", il lavoratore ospite. 
Negli anni vari popoli si erano prestati a questo ruolo, proveniendo da regioni povere e senza lavoro, emigravano per alcuni mesi a fare grana all´estero. Basti pensare ai minatori italiani in Belgio...
Tanti popoli vennero a lavorare in Germania ma i turchi, grazie a un accordo tra i due paesi nel 1961, in special modo: essi vennero in massa a lavorare nelle neonate fabbriche tedesche, poi dopo 6 mesi, un anno se ne tornavano in patria con il portafoglio pieno. 
Poi peró successe quello che Max Frisch definí benissimo in una sua frase: "volevamo braccia, sono arrivati uomini".

Andiam, andiam, andiamo a lavorar...

E l´uomo si sa, é un animale sociale: i turchi cominciarono a insediarsi nei sobborghi, poi chiamarono la famiglia in Turchia e la fecero arrivare...
E qui racconto il primo aneddoto che sentíi proprio per bocca di un turco: "se in una ditta tedesca c´é un turco, lui si integra, parla tedesco e si fa accettare. Se poi ne arriva un secondo succede lo stesso. Ma quando arriva il terzo turco, allora fanno comunella, parlano in turco fra di loro, tagliano i contatti con i colleghi tedeschi e creano un gruppo compatto di stranieri lamentoni, aggressivi e rovinano l´ambiente circostante. Il turco non é capace di adeguarsi e dove trova posto ci mette un pezzo di Turchia".

Parole sante, valide per molte altre culture.


Sembra di essere a Morat, o Murten, o Morat, o Murten, o Morat, o ...
In varie cittá della Germania, come Colonia, Francoforte, Berlino e Monaco, ci sono quartieri a dominanza turca dove negozi, bar, attivitá sono praticamente solo per turchi. Alla gente che ci abita sembra di vivere come a Istambul: donne col foulard sulla testa, uomini che guardano aggressivi, nessuno parla tedesco...e questo ai legittimi Germanici non piace.
Il governo tedesco dall´inizio aveva attuato un programma chiamato familiarmente "Multikulti", ovvero formulando l´ipotesi che due razze, se messe assieme nella stesa padella, con il tempo avrebbero imparato a sopportarsi e si sarebbero finalmente miscelate fra di loro creando una societá funzionante. Purtroppo non ci hanno investito tanti soldi o energia e nel 2010 la Merkel ha ammesso il fallimento di questo progetto utopistico mandato avanti con superficialitá.


Lo dico da Svizzero: anche da noi arrivano ogni 10 anni nuovi popoli a causa di guerre, carestie o altro...la prima generazione non capisce niente, ma lavora, la seconda prova a imporre la propria cultura straniera per sentito dire" ma alla fine fallisce (intanto comunque lavora), la terza generazione é Svizzera, con un altro colore della pelle e con la casa di vacanza al paese d´origine, e lavora: voilá, questa é integrazione!
In Germania invece non ha funzionato ed ora si ritrovano con una gatta da pelare che prenderá ancora un sacco di tempo:
- quartieri a maggioranza turchi dove non si parla tedesco;
- turchi estremisti che vivono di assistenza e vorrebbero turchizzare la Germania;
- una classe di lavoratori-schiavi turchi senza speranza di uscire dal ghetto;
- dei turchi tedeschizzati che hanno veramente successo e che a poco a poco si tedeschizzano;
- minareti e moschee vicino a monumenti "europei", che ogni architetto o urbanista storcerebbe il naso;
- giovani turchi che odiano sia la Germania (perché non é la Turchia) sia la Turchia (perché quando ci vanno in vacanza vengono sfottuti dagli autoctoni). Frustrazione abballa.

Bella gente incontrabile a Jungbusch, prima o dopo un giro nella macchina degli schiaffi

Il cliché tipico del turcotedesco é:

- famiglia numerosa con a capo il patriarca, sui 70anni, ex operaio. Moglie del patriarca é una donna sul 1,60m, 120 kg, nasone all´ebrea, scura e con un neo enorme sulla faccia. Poi vengono i figli, almeno un maschio, sposato ad una figona turca che purtroppo col tempo diventerá come la mamma, lui vende automobili o disoccupato, ma gira con un Mercedes comprato a credito o con i sudati risparmi della famiglia, lei casalinga e cagafigli. Il motto "mio figlio deve vivere come un pasciá" é la regola, quindi ogni spesa per il pargolo deve essere fatta (e giú ad aprire crediti, truffare e compagnia bella) . Le altre sorelle fino ai 16 anni possono fare quello che vogliono, poi diventano donne e la fanno usmare in giro giusto il tempo che non portano il foulard, ma se si toccano la famiglia ti accoltella. Poi si sposano rumorosamente e finiscono anche loro basse, grasse e con il neo.
Un aneddoto sulla mentalitá patriarcale: Stella in gioventú ha frequentato un ragazzo turco. Questo ha cercato di fargli il lavaggio del cervello convincendola che anche se lei era nata e cresciuta in Germania, doveva ritenersi cubana e comportarsi da cubana, perché il papá di Stella era cubano. Rispetto per la famiglia! Onore per il padre! Fortunamente lei lo ha mandato affanculo ed é tornata a spillare birra.

- il turco nato in Germania fa colazione con frustrazione e nostalgia, quindi odia l´essere in Germania e pensa che il tedesco é stupido, che ne sa piú di lui e che lo comanda. Se esce da questa fase riuscirá a lavorare ed in qualche modo ad integrarsi. Se non ce la fa suderá sette camicie per comprarsi un macchinone (di solito Mercedes o BMW), una giacca di pelle falsa (vedi skai), falsi vestiti alla moda (finti jeans Armani e roba Dolce&Gabbana comprati per pochi euro in Turchia) e passerá le giornate con un suo simile ad una pompa di benzina con annesso chiosco all´aperto a parlare di auto in turco e guardare storto tutto quello che respira sperando di poter cominciare una discussione sul razzismo tedesco e su quanto lui ce l´ha duro.

- le donne turche sono bellissime, fino ai 20 anni, poi o s´introieggiano diventando simili a delle dragqueen zingare, oppure si sposano e diventano basse, grasse e col neo. Hanno nel sangue il fuoco della loro razza ed essendo indottrinate dalla famiglia su quanto é bella la Turchia sono pronte a prenderti a unghiate se appena alzi la testa (Stella ha rischiato una rissa sul tram perché un gruppetto di ragazzine turche facevano casino e lei, dopo una giornata di lavoro masacrante, gli ha intimato di stare un po´ tranquille). Con i ragazzi tedeschi non possono aver contatto, solo con i loro fusti turchi. Se un tedesco le guarda troppo si ritrova i fratelli di lei intorno e viene scacciato/pestato/conciato in malo modo.

- i papá turchi sono come i papá normali ma al cubo. Coccolano e viziano il figlio in maniera estrema. Lo educano alla turcositá, creando una base di sicurezza che si spatascerá nella realtá intorno ai 15anni diventando la frustrazione sopra descritta.

- in autostrada, viaggiando a 120 km/h, ti ritroverai davanti una Mercedes C180 di vent´anni fa, un po´ arrugginita, che viaggia comoda a 85 km/h. Quando la sorpassi e guardi dentro vedrai alla guida un patriarca, con i baffi alla Stalin e un blazer marrone, sui sedili dietro o due sedicenni col chador, o 5 magli col chador, o due sedicenni, 5 mogli (tutte col chador) piú un paio di sorridentie marmocchi tutti insieme.

- tutti i Doner Kebab sono gestiti da turchi, punto e basta.

- se stai andando a fare fare bispoccia in tram, stai sicuro che oltre ai giovani tedeschi con la birra da viaggio, quanche strafighetta e qualche adulto che torna a casa, tuoi compagni di viaggio saranno almeno un paio di giovani turchi (sui 13 anni) che si urleranno stupidate in tedesco-turco per tutto il tragitto, molestando tutto e tutti, e se appena uno gli dice qualcosa alzano la cresta e o sfottono o peggio cercano la rissa. 
Una sera io e Ossi eravamo al McDonald, dopo mezzanotte. Fila lunghissima di ubriaconi come noi in fame alcolica. Entrano tre turchetti sui 18anni, il capetto era un armadio. Con fare da raz supera direttamente la fila, guarda il commesso e gli fa: "dai su, dammi due hamburger che ne ho bisogno", poi aggiunge che ha fretta e che deve continuare a fare festa (perché lui si sente megaimportante). La fila di gente comincia ad apostrofarlo e a scazzarsi. A un idiota magro magro vicino a lui viene in mente che forse con la folla dietro le spalle puó permettersi di fargli notare il suo egoismo: "Fai la fila come tutti noi" gli dice. Il turco non lo caga nemmeno. Allora il magro fa per picchiettargli su una spalla e l´altro continua ad ignorarlo. Al decimo tentativo finalmente l´armadio ottomano si volta, lo squadra e gli chiede se ha problemi. Il magro comincia a vacillare. L´armadio si toglie la giacca, la lancia al suo sgherro, tira un cartone al magro e lo sballotta per terra. Prende gli hamburger e velocemente escono dal McDonald. Tutti rimaniamo di merda (tutti siamo cmq troppo ciocchi per non ridere). Il manager salta fuori, si rende conto dell´aggressione, degli hamburger non pagati e fa una ramanzina al commesso che fa spallucce ed ha troppa gente da servire in quel momento. Il colmo é che 5 minuti dopo siamo io e Ossi alla cassa e aspettiamo i nostri panini. Il turcone torna, si piazza dietro di me e mi chiede, come fossimo amici da tempo: -Quel coglione ha chiamato la polizia?"- No, se ne é andato strisciando come una lumaca e stará morendo fuori da qualche parte - rispondo io - "Bene". Poi si rivolge verso il commesso e gli urla "Capooooo, non hai messo il ketchup nel mio hamburgeeeeeer, ne voglio un altrooooo! Che buzzurro  cafone.

- il giovano turco guarda a TV spazzatura e vedendo una similmoda latina (che qualunque altro tedesco capirebbe che é stupida e solamente per la teatralitá della scena) e cerca di evolverla. Si hanno cosí giovincelli dalla pelle olivastra con capiglaiture alla punk-elegante, a pesce tropicale ma rasati a tigre ai lati, a rasature a zero ma con scritte tipo ghetto americano,...il massimo sono quei turchi che per fare i duri si vestono Lionsdale, non notando che solo i neonazi possono vestirsi cosí e vendendo massacrati quando sbagliano fermata di tram. Il turco si sente molto vicino all´italiano della TV di Berlusconi: fusto, prestante, donnaiolo, macho. Infatti tra i turchi dilagano le bandierine italiane sui vestiti e sulle auto.

- stai bevendo una birra sulla terrazza di un bar e senti arrivare un´auto di grossa cilindrata: Audi R8 con musica turca a balla. Due galletti con gli occhiali da sole ti guardano cafoni, sgasano e se ne vanno...tanto per fare vedere a tutti che guidano un bolide (erezioneeeeee). La veritá é un altra: 1) uno dei due ha un cugino ricco che gli ha prestato l´auto 2) l´hanno affittata per un paio d´ore 3) l´hanno rubata e fra poco saranno in prigione 4) uno dei due l´ha comprata, facendo un credito pagabile in 5000 rate o fino a che il pronipote andrá a lavorare.

- in gruppetti da 2 o 3 fanno i galletti e se cammini per strada con una figona stai sicuro che faranno il teatrino in 3 fasi. Fase uno: gli fischiano dietro, se lei non li caga Fase due: la insultano dandole della troietta stupida che non capisce niente se sta con un non-turco, Fase tre: ricominciano dalla fase uno con un´altra coppietta. Ho detto coppietta perché si sentono talmente machi e sicuri della forza del gruppo che ci rpovano con la tipa anche davanti al suo partner/marito/ragazzo...a me é capitato e per fortuna che Stella non ha reagito se no a me mi piegavano come un Bretzel (non si picchia le donne, insegna Italian Spiderman).

- in generale, vivendo ancora tutti sotto il tetto di casa del patriarca, hanno molta difficoltá  a parlare tedesco. Mangiano turco, vestono turco, guardano TV turca, ascoltano musica turca, vivono tra turchi e imparano a criticare il tedesco e a vederlo come minaccia. Ecco quindi che gli manca l´arma della parola e si esprimono con frasi dirette, aggressive e slang che fa arricciare il naso anche a me che il tedesco lo massacro ancora (ma che adoro se parlato bene e pulito).

- l´unico modello di turco che funziona é quello che capisce da subito che l´agressivitá non risolve niente, che ama la propria cultura ma la pratica a casa sua, che capisce che adeguando alcune piccole abitudini turche e qualche piccola abitudine tedesca va d´accordo con tutti. Infatti ce ne sono di gente cosí: vengono a lavorare vestiti bene, sono socievoli al punto che ti invitano da loro la domenica, vogliono migliorarsi e migliorare la loro situazione, brava gente dal potenziale enorme...e sono i primi che criticano gli altri turchi come io qui sopra, definedoli primitivi, chiusi e bloccati dala loro mancanza (abbandono) d´identitá.

La Merkel affetta un pezzo di Multikulti per poi darlo ai maiali

Ed il tedesco come la prende? Nelle regioni dell´est, ex-DDR, non c´é stata l´invasione turca quindi non sanno cosa sono. Al punto che trattano il turco come qualsiasi altro straniero.Vi lascio immaginare la mia reazione quando una cretina, a Chemnitz, ha paragonato me (Svizzero per volere del Dio dei Perfetti) ad un gastarbeite turco...
Nelle altre regioni, specialmente quelle industriale (Triangolo Tecnologico e Bacino della Ruhr), dove i turchi hanno invaso in massa, il tedesco odia il turco per le varie ragioni sopra elencate. Purtroppo con la fine del nazismo e il lavaggio culturale fino al buonismo ed al contrappasso culturale "per aver bruciamo gli ebrei, ora per 1000 anni dobbiamo fingerci buoni" ha dovuto accettare di viverci assieme, ma cerca sempre di far capire, senza speranza, che c´era prima lui. Il turco magari la vince sul momento proponendo una condotta aggressiva e con tutta la famiglia urlante al seguito (tipo a Napoli), ma il tedesco ha famiglia ricca e con il tempo costruisce barriere economiche isolando il turco come i bianchi nordamericani hanno fatto con gli afroamericani: contryclubs, ghetti,... il turco, nella sua tendenza all´allargarsi socialmente, non ha abbastanza soldi e va a vivere relegato nei palazzoni popolari generando focolai di frustrazione e odio e la spirale ricomincia...ecco perché il multikulti tanto sbandierato non ha funzionato!
Altri popoli vivono in Germania e si adattano bene, vedi italiani, africani e asiatici, o si chiudono ermeticamente non rompendo le balle a nessuno (americani e comunitá russa
per esempio). I turchi no, non l´hanno ancora capita ed il tedesco é troppo impaurito per spiegargliela.
Riguardo alla religione, ho intuito che la musulmanitá turca in Germania é simile a quella iraniana pre-rivoluzione. Dato che i turchi espatriati provenivano dal ceto povero in Turchia, mancando l´imam di turno a tenerli a freno hanno allentato un po´ le redini e le regole religiose e si sono fatti abituare dai peccati materiali della perversa cultura europea. I turchi si presentano come musulmani ma non ne fanno tanta pubblicitá. Bevono alcolici, vanno volentieri a donne e scopicchiano come ricci...fino al matrimonio poi si dedicano anima e corpo alla famiglia. Un aneddoto é la frase di un comico turco-tedesco: la Germania é il paradiso dei turchi perché ci sono donne. In turchia ci sono solo madri o spose.
Mai visto un turco pregare o rompere le scatole sull´Islam, spesso ne ho sentiti criticare la Chiesa, ma solo per creare tensione sociale o cercare rissa. Ne deduco che da bravi mediterranei vivono la religione solo per tradizione e con rispetto, ma non ne sono integralisti.
Infatti in Germania mi ha sconcertato che la propaganda mediatica contro l´islam non prende mai in considerazione la comunitá turca, bensí quelle minoranze scarse di nordafricani (egiziani, tunisini) o arabi (iracheni, pakistani).

Bülent Ceylan, un comico turcotedesco divertente come un dito nel culo col la sabbia, che ha vinto un premio per l´integrazione, disintegrando 50 anni di multikulti pagato con le nostre tasse. Viva il popolo tonto

Soluzioni per il futuro:
Prima di tutto un iniezione di cultura e apertura mentale ai turchi. Dato che i tedeschi rispettano i lavoratori, di qualsiasi razza siano, i turchi devono rivendersi per quello che erano originariamente: lavoratori. I turchi devono smetterla di cercare di creare con tutte le loro forze una "Turchia in  Germania", una Turchia fittiza che si é fermata ai tempi dei loro patriarchi (e per questo motivo vengono spesso sfottuti anche in patria). Una iniezione di apertura anche ai tedeschi, che comincino ad interesarsi un po´di piú alla cultura turca, senza fermarsi al Kebab e all´Hashisha.
Per secondo il governo tedesco dovrebbe tirarsi su le maniche e organizzare un po´ piú seriamente un programma d´integrazione, basato su comuni esercizi di rispetto tra le varie comunitá, a cominciare dall´asilo. Basta con quelle serie TV (Cobra11) dove i due poliziotti turco e tedesco vanno d´amore & d´accordo e fanculo i pregiudizi, o fare vincere un cantante turco su DSDS (politically correct) o ancora premiare un comico tedescoturco con un premio per l´integrazione: sono tutte tecniche che calmano il tedesco ma che fomentano il razzismo tra i turchi falliti e i turchi vincenti.
Per terzo il turco dovrebbe occidentalizzarsi un po´ e smettere di vedere il tedesco come "maiale mollaccione senza rispetto per se stesso" e la donna tedesca come "cosa da scopare e fargli sentire il turco dentro". Da parte sua il tedesco dovrebbe capire che il turco non é solo parole ma che se istruito a dovere lavora da far paura e che le sue tradizioni sono divertenti e optano per la socialitá non solo della famiglia ma bensí anche del vicinato. Il tedesco dovrebbe vedere la donna turca come un tipo di femminilitá persa in Europa, fatta di rispetto per la famiglia, dovere verso il marito e i figli, stabilitá sul lungo termine (nonché bellezza e fantasia araba nell´intimitá della coppia) e smetterla di fissarsi sullo stereotipo della bionda scema.

Ecco, almeno ho finito questo post potenzialmente razzista con una nota costruttiva.

Ritagliatevi la vostra libertá pagata, o in turco: Ödediği özgürlük kenara

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